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Se rinunciassi a una breve vacanza
potrei adottare un bambino a distanza,
potrei lavare la mia coscienza,
figlia leggittima dell'abbondanza.
Potrei volare nell'Africa nera,
nel ventre malato di fame e colera,
un mese vacanza alla maniera
di chi s'accontenta di chi ancora spera.
E' per non succhiare l'osso
che salto oltre il fosso,
che sputo tutto quel che posso,
per modificare un gene,
un virus nelle vene,
mortificare il bene.
A mia madre, a mio cugino,
a mia sorella e il suo bambino,
all'amica, alla cognata,
alla suocera arricchita,
al dottore, al muratore,
al mio nuovo spacciatore,
a chi mi ascolta e chi mi aspetta,
chi più ne ha, sì, più ne metta!
Potrei alleggerire il mio conto corrente,
modesto dono alla povera gente,
cullando nel grembo della mia mente
l'orgoglio e il candore di un gesto coerente.
Potrebbe sembrare una rivoluzione
ma è abile il potere a creare confusione,
ingurgitando tutto, cagandone carbone
per alimentare fuoco al pentolone.
E' per non succhiare l'osso
che salto oltre il fosso,
che sputo tutto quel che posso,
per modificare un gene,
un virus nelle vene,
mortificare il bene.
A mio padre, al suo vicino,
a sua moglie, al suo carlino,
alla suora, alla maestra,
ai compagni dell'orchestra,
al droghiere, al mio barbiere,
allo zio puttaniere,
a chi ha taciuto e a chi l'ha detta,
chi più ne ha, sì, più ne metta!
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