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C'è là una villa con i cancelli grandi, con un roseto e quattro cani bianchi; un oscuro segreto il padrone vi cela.
Se mi seguite vi mostrerò le mura dov'è che s'ode scavare la creatura che c'è.
Venite, presto! V'indicherò la strada ma siate pronti qualunque cosa accada, che a sentire grattare il tuo sangue si gela.
Ditemi, presto, su, chi di voi non viene, andare, certo si sa, non conviene.
Ecco la villa con i cancelli grandi, con il roseto e i quattro cani bianchi; la sorella dell'uomo che scende le scale.
Un lume spento porta la donna cieca, dalle segrete sente una voce fioca e non sa.
Dice il fratello: - son io che t'ho chiamata - e l'attendeva a candela smezzata - serve luce ma tuÂ… puoi tornare a dormire -.
Voi fate piano, che poi dobbiamo entrare, cosa nasconde dobbiamo scoprire!
Turpino, l'essere scuro, murato vivo; unghie di gatto gratti sul muro ma non ti apre nessuno.
Attenti ai cani! entriamo dalla legnaia; di cose strane ve ne sono a migliaia.
- Andiamo via, se a lei mente a noi cosa può fare?! -
Storte, alambicchi, vi sono tubi a vista; sembra più l'antro di un nero alchimistaÂ…
E Turpino, l'essere scuro, murato vivo; unghie di gatto gratta sul muro ma non gli apre nessuno.
Turpino, l'essere scuro, murato vivo; unghie di gatto gratti sul muro ma non ti apre nessuno.
Il suo respiro che si smorzava piano, sull'abbaino poggiava la mano.
- Signore mio fate il comodo vostro, fa che muoia come gli uomini se sono un mostro -.
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