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Gran, Gran Sasso, che parli con le stelle le lacrime che asciughi son sempre quelle Grande Sasso, conserva il tuo mistero e ogni sogno fatto lo vivrò davvero. Ho sognato una sfida a petto nudo gomme di biciclette e calzoni corti eh, bisogna che sopporti, amico ieri hanno vinto loro, ma oggi sarà diverso te lo giuro. E così con le tasche gonfie di sassi e caramelle, cantando forte passammo per le vecchie stalle. E per colpa di una canzone la sorpresa finì male con un sacco di risate all'ospedale. Svegliati, amico, qui siamo in città e non fra i lupi dei boschi dove scegli i tuoi rischi niente più falchi, ma solo serpenti con il pugnale fra i denti perciò mi ascolti. Gran, Gran Sasso, che parli con le stelle le lacrime che asciughi son sempre quelle. Però ricordo una sfida fra un'armonica e una chitarra che si faceva per conquistare lei. Lei che non parlava e raramente sorrideva un fiore triste e azzurro di palude ehi, ma chi s'illude, non guarda me, poveretto ma quello della terza media, quel maledetto.
Ma che cosa ho fatto, ma perché non ho capito quel fiore triste ormai io l'ho perduto. Volta la testa, io ti incontrerò forse in questa città se ti riconoscerò apri le braccia ed io guarirò da questi stupidi affanni,
dai miei malanni. Gran, Gran Sasso, che parli con le stelle le lacrime che asciughi son sempre quelle Grande Sasso, conserva il tuo mistero e ogni sogno fatto lo vivrò davvero.
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